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Angolino del 07 Novembre 2022

Angolino del 28 Ottobre 2022
28 Ottobre 2022
Angolino del 16 Agosto 2023
16 Agosto 2023
C ari amici

Non mi son dimenticato di voi, siamo giunti al 7 di Novembre, il cielo è di un azzurro stupendo, l’aria è fresca, ma non troppo, finalmente le foglie cominciano a cadere e si spera torni la pioggia.
Lo sapete che amo l’autunno, colori romantici, serate ammantate di magia, vapori di una stagione di passaggio e chi come me adora il viaggio in quanto tale non può che apprezzare questo stupendo periodo dell’anno.
Il Garda è colorato di un blu profondo, i monti che ne fan cornice son verdi, il profumo del caffè riempie l’aria dando al tutto l’alchemica sensazione di equilibrio estatico.

Oggi ricorre il compleanno di mia madre, a lei devo molto se non tutto, da lei ho appreso la difficile arte del vivere, ho capito l’importanza della pazienza e della generosità, maestra indiscussa di ogni beltà umana.
A lei dedico la pagina odierna, sotto il segno dello Scorpione, e del magico Numero 7, forse la cifra più enigmatica che il tutto ci propone, ma passiamo alla caratteristica forma almanaccale, per perderci in percorsi già accennati ma che rispolvereremo con gioia:

Per prima cosa ricordiamo che oggi nel 1917 in Russia era il 25 Ottobre. Nelle fredde terre dominate dagli Zar dovevano ancora adottare il calendario Gregoriano, quindi il calendario a noi oggi apparirebbe sfasato; dicevamo che: scoppiò definitivamente la rivoluzione comunista, nota anche come rivoluzione d’ottobre.
Ve lo avevo già  scritto, ecco il perché il sottomarino protagonista del romanzo di Tom Clancy e poi del film con Sean Connery, venne battezzato “ Ottobre Rosso “!

Lo avete letto il libro? Ed avete visto il film? Io li ho adorati entrambi, opere figlie della stagione storica conosciuta come “guerra fredda” che oggi si ri presenta, ma un po’ meno fredda, con fiammelle che ci fanno tanto pensare.
Siamo figli di una lunga stagione di pace in Europa, a parte l’isolato conflitto balcanico che fu più una guerra tra il civile ed il secessionista, non siam più abituati a vedere i vecchi protagonisti di un tempo guardarsi in cagnesco sui confini orientali. Minacce nucleari, il sordo rombo dei carri armati, jet che sfrecciano sui cieli cimmerici, ogni sorta di apparato elettronico pronto a fornire dati e allarmi, contromisure e dispetti, prima di affrontare un lungo inverno di guerra. Non mi va di parlarvi di sottomarini, guerre fredde, guerre calde, vecchi rigurgiti di filosofie economiche fallimentari, o cose del genere, oggi ripescheremo da vecchi angolini un tema diverso: “le parole”, si si le parole, quei simpatici e sonori mattoncini che ci permettono di esprimerci, quei suoni che portano con loro tutto ciò che di più umano possa esserci.
Son le basi per trasmettere ogni cosa,  dai sentimenti, alle esperienze, dalla conoscenza alla filosofia, son loro che ci han fatto crescere e progredire, son lo strumento base per le relazioni nella complessa società umana.
Che esse sian dette, urlate, suggerite, bisbigliate, scritte, scarabocchiate, son sempre foriere di messaggi,  ci portano un pezzetto del pensiero altrui e noi le possiamo usare per fare altrettanto.
Con tristezza osservo una certa gioventù che ha dimenticato l’uso delle parole, si son impoveriti di termini, si son inselvatichiti, ne usano sempre meno e quindi i loro pensieri son sempre più scarni di contenuti. La Parola è la base del ragionamento, non son semplici suoni articolati, e nemmeno un mezzo per comunicare, ma lo strumento del ragionamento. Pensiamoci, senza le parole riusciremmo a pensare? A fare filosofia? No vivremmo d’istinti primordiali e cancelleremo decine di migliaia di anni di pensiero umano; ma questa meraviglia “Parola“ da dove sbuca?

Ci arriva dal sempre munifico greco,  dal termine Parabolè, che poi diventa Parabola in latino e poi in volgare si trasforma in Paraula e che divien poi Parola.
Ma questa Parabolè e poi Parabola non vi suona familiare?
Ma parabola non è una figura geometrica piana? E non si chiamano Parabole le storie a sfondo morale didattico che riempiono i Vangeli?
Ma cosa vuol dire in greco Parabolè?
Stupore vuol dire….mettere a confronto, paragonare, quindi ora potremmo dire per ragionamento, allegoria.
Quindi?
Dai proviamo a speculare….. la “ parola “ è una allegoria, ovvero è simbolo di qualcosa, ci indica un qualche cosa senza esserlo in se stessa, è qui la magia della Parola.
Se dico Cane, non creo un cane ma voi lo immaginate, quindi avvicinate questo suono all’idea e l’idea all’oggetto, fantastico non vi pare?
Un suono che crea un’immagine, ma non vi ricorda proprio nulla?

A voi un pensiero

Vi saluto con grazia sperando che queste mie poche righe vi allietino la giornata e vi aiutino a vivere un’esistenza più simpatica.
Non siate passivi spettatori dell’essere, siate protagonisti dell’attimo in cui siamo.

CS

CS