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Angolino del 9 Marzo 2021

C ari amici,

Oggi spegne ben 731 candeline il più magnifico signore che la città di Verona ebbe mai avuto, Francesco della Scala.

Avete letto bene, Francesco, ma a tutti  è più noto come Can Francesco della Scala o ancora meglio CanGrande della Scala.

Figlio terzogenito, la sua nascita venne preceduta da una premonizione della madre, Verde da Salizzole nella quale il figlio urlava possentemente per svegliare il mondo, la leggenda vuole che prima che il pargolo nascesse, Verde, avesse sognato di partorire un cane di cui i latrati avrebbero invaso il globo terraqueo.
Si mostrò risoluto sin da giovane, quando, dopo un colpo di fulmine, sposò la giovanissima Giovanna d’Antiochia, splendida fanciulla di passaggio a Verona, ma già promessa ad un ricco feudatario tedesco, vero uomo del suo tempo, romantico ed impavido cavaliere, incarnazione dell’amor cortese, degno principe della nostra città.

CanGrande aveva una figura imponente, possente, forte, saggio, arguto,  ma bonario, entrò nella vita politica con carismatica personalità, e grazie a lui la storia di Verona vivesse pagine di splendore e vittoria.
Di lui  il Boccaccio disse:
“Fu uno dè più notabili e dè più magnifici Signori, che dallo Imperatore Federigo Secondo in qua si sapesse in Italia”.
Can Francesco durante la sua signoria cambiò il nome in Cangrande, “Signore di Verona, il più splendido tra i nobili della famiglia Della Scala”. Oltre che attento uomo politico fu anche mecenate, accogliendo presso la sua corte artisti e poeti. Il  più celebre è sicuramente Dante Alighieri, con il quale strinse una duratura amicizia fatta di rispetto e stima, a tal punto che il Sommo Poeta gli dedicò la terza cantica della Commedia, il Paradiso:
… colui che ‘mpresso fue,
nascendo, sì da questa stella forte,
che notabili fier l’opere sue.
(Paradiso. XVII, 76-78)

Ma ecco a voi l’aneddoto “ ghiotto”:
Alla tavola scaligera si mangiava di gusto prendendo delicatamente con pollice, indice e medio (era considerato scortese usare le altre dita), pezzi di varia selvaggina (cinghiale, cervo, capriolo, lepre), cotta al forno o allo spiedo e aromatizzata con tantissime spezie.
Cangrande, che sapeva Dante poco incline ai piaceri della tavola, si ipotizza fosse vegetariano, a quei tempi era una cosa incredibile;  un giorno giocò all’illustre amico un brutto scherzo.
Durante il solito banchetto di cacciagione in cui i commensali, secondo il costume del tempo, gettavano gli ossi spolpati sotto il tavolo, ordinò ad un servo di raccoglierne un bel mucchio sotto i piedi del poeta. Terminato il pranzo, quando i convitati rimasero sorpresi dall’appetito di Dante così dimostrato, Cangrande commentò: “Senza dubbio il nostro poeta è un gran divoratore”. Questi, di rimando, rispose con tono sprezzante: “Voi non vedreste, o messere, tante ossa se cane io fossi”. L’allusione all’emblema ed al nome  della signoria scaligera era evidente, si dice che il signore di Verona invece di prendersela con il suo ospite e per calmare gli animi degli altri commensali, rise ed accettò lo scherno, placando gli animi degli altri commensali pronti a muovere le mani.
Cangrande morì a soli 38 anni, si dice in modo grottesco per un uomo d’armi, sembra per una congestione dovuta ad un bicchiere d’acqua ghiacciata poco prima dell’assedio di Treviso, ma dalle recenti analisi sulla sua mummia risulta che egli fu avvelenato con dell’estratto della pianta di  “ digitalis”.
All’epoca considerato un tonico per il cuore, ma che in dosi eccessive poteva portare alla morte.

A me piace ricordare la sua figura in armatura da torneo sul suo cavallo con il volto sorridente e pacioso di chi è conscio della propria forza e la sa usare con grazia.

Per molti versi fu una vera incarnazione del cavaliere medioevali, giusto con i nemici, corretto con gli alleati, misericordioso con i vinti e cortese con le donne.

Un galantuomo.
Se proprio proprio si deve prendere ad esempio un personaggio del passato fateci un pensiero allo Scaligero amico. E passando per il centro di Verona, volgete a lui un pensiero e se entrate in Castel Vecchio, andate a vedere la sua statua funebre, e osservate i dettagli, il viso sorridente, la figura eretta, la mano sull’impugnatura della spada che però è riposta, ed un grande senso di nobile grandezza.

Ma ora andiamo a festeggiare un altro compleanno:

Per la gioia di circa 800 milioni di bambine,  nel 1959 debuttò la bambola più famosa del mondo la mitica Barbie, invenzione dei coniugi Mattel.

Il nome della bambola deriva dal soprannome della figlia dei coniugi Handler, cofondatori della società, di nome Barbara.

Lo sapevate che la mitica bambola ha anche un cognome? Ebbene si, il suo nome per esteso sarebbe : Barbara Millicents Roberts.

Nel 1961 le esigenze di marketing imposero anche un fidanzato, Ken, il cui nome non è altro se non quello del figlio dei coniugi Handler.

La bambola Barbi fu un punto di svolta culturale per l’impostazione educativa, ella presentava alle bimbe una nuova visione del gioco, si passava dalla bambola classica che portava ad immedesimarsi in un ruolo materno, ad un gioco che creava una nuova prospettiva, una prospettiva dinamica, le bambine si identificavano nel giocattolo stesso, che ora rappresentava una giovane donna, dinamica, sportiva, avventurosa. Nei periodo della guerra fredda questo giocattolo fu proibito nei paesi comunisti.

Vi ricordo che altri giocattoli erano proibiti, tra essi il notissimo gioco in scatola Monopoly, ma ora che il demone del capitalismo è chiaramente stato accettato anche oltre cortina, son poche le nazioni che non accettano la bambola per questioni ideologiche, ma son emerse nazioni dove invece la povera Barbie è stata messa al bando per questioni  religiose, troppo vicina ai canoni del “ grande Satana “ ovvero dell’America e di Israele secondo i Sauditi, troppo peccaminosa per gli Iraniani, e troppo contro le dottrine sessiste del corano, quindi nei paesi della mezza luna la bambola e proibita.

Follie di un modernismo dove la multiculturalità è a senso unico.

Voi che ne pensate? Ricordatevi che ieri era la festa della donna ma non ho visto nessuno schierarsi a favore dei diritti femminili nella “cultura “  islamista che anche da noi si fa largo a gomitate.

Solito femminismo a senso unico,  si alle quote rosa, ma guai a criticare il velo e le privazioni a cui son sottoposte le donne mussulmane.

A voi una riflessione.

Per chi come me adora le vecchie automobili, ricordo che oggi è il compleanno di due vetture che han fatto epoca, la prima è la Fiat 600 che venne presentata al pubblico come oggi nel 1955, quindi compie 66 anni.

Ma la data odierna è il compleanno anche di una delle auto culto del panorama motoristico americano, si parla della Ford Mustang, classe 1964, una vera icona del mondo a stelle e strisce, compare, anche solo di sfuggita, praticamente in tutte le produzioni Hollywoodiane, mi piace ricordare un po’ di titoli:

Bullit, con un favoloso Steve McQueen, lei è verde e bellissima, in fuori in 60 secondi, è la desiderata fuoriserie Eleonor, ovvero la versione E preparata Shelby.

Che ci volete fare, son fatto così.

Come oggi nel 1796 si celebrarono le nozze tra Napoleone Buonaparte e Giuseppine Beauharnais, la storia la conoscete tutti!

Oggi si festeggia santa Francesca Romana, patrona delle casalinghe e dei motoristi, due cose che tra loro non han nulla a che spartire, assieme a San Pietro è copatrona di Roma e se vi dovesse capitare di recarvi nella capitale, in via dei Vascellari, a Trastevere, c’è casa Francesca Romana, un albergo di religiosi, che è un vero spettacolo, e li vicino si mangia benissimo.

Oggi compie gli anni anche mia zia A.S., tantissimi auguriiii

Un saluto a tutti

CS

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